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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,30
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originale
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[30] Ut enim, si omnis cera commutabilis esset, nihil esset cereum, quod commutari non posset, item nihil argenteum, nihil aeneum, si commutabilis esset natura argenti et aeris similiter igitur, si omnia, quae sunt, e quibusdam rebus constant, et si ea, e quibus cuncta constant, mutabilia sunt, nullum corpus esse potest non mutabile; mutabilia autem sunt illa, ex quibus omnia constant, ut vobis videtur; omne igitur corpus mutabile est. At si esset corpus aliquod immortale, non esset omne mutabile; ita efficitur, ut omne corpus mortale sit. Etenim omne corpus aut aqua aut aer aut ignis aut terra est aut id, quod est concretum ex iis aut ex aliqua parte eorum. Horum autem nihil est, quin intereat;
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traduzione
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30. Allo stesso modo in cui, se la cera potesse trasformarsi in altre sostanze, lo stesso varrebbe anche per ogni
oggetto di cera (e per ogni oggetto di bronzo e d'argento se tale fosse la natura di questi metalli), analogamente, se tutti
gli elementi esistenti in natura di cui sono composte le cose sono suscettibili di trasformazione, non potr? esistere alcun
corpo che non lo sia. Ma gli elementi di cui si compongono tutte le cose sono in realt? suscettibili di trasformazione,
proprio come sostenete voi. Ogni corpo ? dunque suscettibile di trasformazione. D'altra parte se potesse esistere un
corpo immortale, non ogni corpo risulterebbe suscettibile di trasformazione.
Da qui la conseguenza che ogni corpo e mortale. Ogni corpo, di fatto, e formato o di acqua, o di aria, o di fuoco,
o di terra, o di un miscuglio di questi elementi o almeno di una parte di essi. Ora non v'? alcuno di questi elementi che
non sia destinato a perire;
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